La Valle dello Jato. Tra Archeologia e Storia

I Gruppi Archeologici d’Italia – Sede Valle dello Jato
il Comune di San Cipirello
le Edizioni del Mirto

Organizzano il 4 e 5 settembre 2011 due giornate di studi sui temi dell’archeologia e storia in occasione della conclusione di due anni di ricerche e studi nel territorio iatino, che hanno portato a sorprendenti scoperte.

Il convegno:
Tra Cielo e Terra
Approcci archeoastronomici nella Valle dello Jato
Escursione al Megalite astronomico di Monte Arcivocalotto.


Attraverso il metodo delle analisi interdisciplinari, sia pure in modo ridotto l’osservazione di superficie della Valle dello Jato, territorio ricchissimo di siti che dalla preistoria arrivano alla storia attuale, ha dato modo di concatenare contesti e presenze, formulare cronologie, determinare ambiti, valutare sequenze e rapporti nuovi.

Convegno

La necessità di un approfondimento dei rilevati architettonici megalitici rinvenuti nell’alta Valle del Belice, il megalite o Calendario astronomico di Monte Arcivocalotto, le tholoi

(micenee) conducono, necessariamente, alla riflessione in un convegno che ha come riferimento il dato archeoastronomco, affinchè si possa incominciare, anche in Sicilia a studiare attraverso analisi interdisciplinari, quei manufatti che sino ad oggi sono stati ignorati e a volte distrutti, perdendo così informazioni di dettaglio alla storiografia siciliana.

Le tholoi delle cavità del Raitano trova riscontro nella architettura funeraria in Sicilia tra la media e tarda Età del Bronzo.
-“si tratta infatti di tombe a camera scavate nella roccia e accumunate da precise connotazioni. La pianta è circolare o subcircolare, l’alzato ogivale o con pareti in leggera curva sino all’apice sottolineato da un appiattimento o da un incavo a calotta di forma variabile, la articolazione planimetrica è completata da un corridoio di accesso decisamente più stretto della larghezza interna della camera (dromos) con lunghezza più o meno atrofica in relazione alla conformazione geomorfologia del bancone roccioso in cui è scavata la tomba” F. Tomasello, in L’architettura funeraria in Sicilia tra la media e tarda Età del Bronzo.
-“Le tholoi di Monte Raitano, sostiene Francesca Mercadante, hanno un distinguo peculiario però; i fori - luce che attuano in modo incontrovertibile la ritualità sacra stagionale, a cui oggi può essere associato l’elemento architettonico “scolellino” posto al vertice della camera nelle tholoi siciliane, indicherebbe la “mensione” o “appartenenza” ad etnie al cui dato cultuale/e/o rito fare riferimento, ossia l’elemento astronomico, il culto del Sole - luce entro le viscere, a far nascere nuova vita. Le camere tombali a tholos, trovano riscontro nella architettura funeraria in Sicilia tra la media e tarda Età del Bronzo145, esse, in massima parte sono presenti in tutta la fascia centro - meridionale dell’Isola, mentre sono pressoché minime nella parte occidentale siciliana.

Un momento di approfondimento della storiografia locale, potrebbe riservare, in futuro, una migliore conoscenza dei Popoli neolitici, che approdati nell’areale occidentale dell’Isola, hanno lasciato le tracce della loro lontana provenienza ispanica e successivamente, quelli della prima Età del Bronzo di provenienza balearica-corsa-sarda.
Le tracce pervenuteci, le architetture megalitiche tombali, dolmen in forma di ingrottati trilitici in murature, nei manufatti, il bicchiere campaniforme; nei materiali litici di provenienza alpina, le asce giadeitiche; nel culto del Sole, il calendario megalitico, indicano la maturata necessità di una metodologia di studi, che contribuisca anche, con discipline lontane tra loro, purchè convergano in senso “scientifico” alle conoscenze della complessa storiografia culturale dei popoli del passato”